sabato 12 febbraio 2011

The average american male - Tentar non nuoce

Difficilmente un libro d'intrattenimento, studiato appositamente per catturare il pubblico e vendere, vendere, vendere, riesce ad andare al di là del suo intrinseco limite strutturale diventando qualcosa di più costruito e smaliziato, catturando l'attenzione della critica. Nemmeno Chad Kultgen ce l'ha fatta, nonostante i suoi video virali su you tube, che avevano anticipato l'uscita di The average american male nell'ormai lontano 2007, nonostante il battage di polemiche, reali o presunte, sull'amoralità del romanzo. Fatta salva qualche recensione positiva e, qualcuna in più, fortemente scettica, l'opera è stata bastantemente ignorata. Tuttavia, nonostante tutta la mia diffidenza iniziale, questo libro è riuscito a suscitare il mio interesse e a tenermi incollata alla lettura, come non capitava da tempo, facendomi trascurare computer, film, telefilm e altri generi d'intrattenimento con i quali sono solita obnubilare la mente. In che cosa consiste però il suo fascino? Certo non nella trama, piuttosto esile e modellata su cliché da telefilm. Di sicuro non nella possibilità d'immedesimazione nei personaggi, con un protagonista così monomaniacale e ripiegato sui suoi istinti sessuali da sembrare una caricatura e delle coprotagoniste femminili altrettanto stereotipate sul modello della "morosa pesante e ossessiva" o della "sexy girl" disincantata e di gusti ammiccanti al mascolino. E dunque? A cosa attribuire tutta questa capacità di ammaliare il lettore? Per prima cosa partirei dalla struttura: una prosa non banale e, per quanto lessicalmente limitata (è un libro che per essere letto in lingua originale necessita solo di un pò di assestamento sul linguaggio parlato, quanto a vocabolario non si incontrano altre difficoltà), fresca e vivace. Periodi brevi e capitoli di poche pagine che si susseguono con ritmo incalzante come se procedessimo a flash. Anche su questo The average american male deve molto al linguaggio televisivo: concisione, rapidità, immagini forti e colore. Non a caso intrattiene che è una meraviglia.
In secondo luogo Chad Kultgen ci accompagna, con il sorriso sulle labbra, attraverso una tipica sequenza di relazione fra persone intorno ai trenta, dando una rappresentazione impietosa, ma al contempo identificabile da parte di qualunque lettore con elementi del suo vissuto, del differente approccio alla coppia fra maschi e femmine. Nessuna ipocrisia e nessun velo a coprire i non detti, i silenzi pensosi che si rivelano sequenze di oscene immagini nella mente del cosiddetto pensatore. La verità, tutta la verità, nient'altro che la verità. O almeno quella che Kultgen ci vuole, con attento fiuto commerciale, far notare. Il meccanismo è semplice ed è lo stesso sotteso a molti libri "al femminile" in cui sostanzialmente l'autrice mette a nudo l'immaturità, la leggerezza, l'inettitudine maschile per poi fare una carrellata di personaggi virtuosi e di spirito con cui la lettrice deve immedesimarsi. Si ride, ci si ritrova nella maggior parte dei casi, il libro vende.
Raramente però un romanzo di questo tipo raccoglie consensi anche fra il pubblico maschile: il motivo è da ricercarsi, nella quasi totalità dei casi, nella critica saccente e di chi sta dalla parte della ragione che queste autrici portano avanti. Rido dei tuoi difetti condannandoli più o meno esplicitamente e al contempo mi beo della mia superiorità di genere.
The average american male segue un'altra strada. Non vuole insegnare nulla, non vuole dimostrare che il maschio è comunque, pur nella sua istintualità marcata, superiore in qualche modo alle donne: non ha una filosofia del vincitore da farci abbracciare.
Questo romanzo ci racconta una storia e basta, e anche il finale strizza l'occhio ad un pubblico che ha deciso di non stare nè coi buoni nè coi cattivi (se così si può dire). Kultgen sembra dirci "Vi apro uno spiraglio nella mente dell'uomo medio, ma questo non vuol dire che vi sia dietro una rivendicazione o un'affermazione d'identità forte. Guardate, sbirciate, forse alla fine vi capirete meglio. Forse no, ma vi sarete divertiti qualche ora". Un libro del genere, il cui ingrediente principale è il sesso, e che non produce alla fine alcuna morale, sia essa di redenzione o di condanna, non poteva certo ricevere il plauso nemmeno in Italia.
Penso invece che sia uno dei prodotti più interessanti con i quali il mercato editoriale ha giocato negli ultimi tempi e ve lo consiglio anche per questo. Leggetelo e fatevi un'idea vostra. Male che vada vi sarete divertiti per qualche ora.

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