mercoledì 22 giugno 2011

I LIKE YOU SO MUCH BETTER WHEN YOU'RE NAKED PRESENTS: Ludwig Feuerbach

Questa è una nuova rubrica, ed è anche probabilmente la più imbarazzante di Soft Revolution. "I like you so much better when you're naked" esplorerà le cotte deliranti/ridicole che abbiamo avuto nel passato - perché neanche quelle potevano essere normali.

C'è chi a diciassette anni era innamorata di Brad Pitt. Poi c'è chi, come me, in quinta superiore si prendeva una cotta per un filosofo morto nel 1872.

Ludwig Feuerbach e la sua barba erano oggetto dei miei sogni proibiti nel periodo della maturità. Il mio cervellino fuso dallo studio prendeva di nuovo vita solo ad accennare alla sinistra hegeliana; quando qualcuno mi parlava dell'ateismo filosofico, rischiavo un arresto cardiaco.

Non ricordo esattamente da dove sia nata la passione per il buon Ludwig.
Alla fine della quinta ero un'anticattolica imbizzarrita, quindi particolarmente propensa ad innamorarmi di un vecchio con una teoria molto complessa su come l'uomo si fosse inventato Dio. “Porre alcunché in Dio, o derivare alcunché da Dio, null'altro significa che sottrarlo al controllo della ragione, significa porre alcunché come indubitabile, come inviolabile, come santo, senza volerne spiegare il perché.”
Forse, molto più semplicemente, potrebbe essere stato il fatto che anche lui odiava quell'infame di Hegel.

Quando dico che avevo un cotta, intendo proprio una cosa seria. Ci sono ex compagne che ancora mi prendono in giro per la mia famosa esclamazione “Oh Ludwig, io e te tre metri sopra l’iperuranio!”, pronunciata in classe ad un volume spropositato, mentre una mia amica veniva interrogata proprio su Feuerbach e prendeva l'ultimo 4½ della sua carriera scolastica.

Una mia cara amica mi fece questo mentre studiavo per l'orale e non facevo altro che parlare di quanto Lud fosse fantastico:



Feuerbach ha anche avuto una vita personale piuttosto travagliata. Citando dalla sempre affidabile Wikipedia:

“Una relazione con Johanna Kapp, figlia dell’amico filosofo Christian, provocò una burrasca familiare, mentre il fallimento della fabbrica di porcellane significò la perdita di tutte le proprietà della moglie e costrinse Feuerbach a trasferirsi con la famiglia, nel 1861, nel borgo di Rechenberg, vicino a Norimberga, in condizioni di estrema povertà, alla quale cercarono di porre qualche rimedio gli amici e il Partito socialdemocratico dei lavoratori, al quale aveva aderito.”

Più di tutti i filosofi, Ludwig soddisfava il mio feticcio per le barbe, il mio fanatismo antireligioso, il mio bisogno di cazzate.
A diciotto anni non facevo le bave per Johnny Depp: io abbracciavo il mio libro di filosofia e languivo per Ludwig Andreas Feuerbach, anni 204, filosofo, rovinafamiglie, ma sopratutto odiatore di Hegel.

4 commenti:

Margherita Ferrari ha detto...

in effetti l'animo ribelle di feuerbach lo rende molto jamesdeaniano. non c'è che dire.

sofia guiotto ha detto...

Stimo questo uomo che ci ha illuminati con la frase: l'uomo è ciò che mangia. E oggi è proprio impossibile non pensare a lui visto il tema dato agli esami di stato.

Cat ha detto...

mmmm....questa rubrica non fa che ingrandire la convinzione che da poco si sta facendo strada dentro di me, che non sono normale: io non ho mai avuto cotte ideali, dette anche fisse, e mal sopportavo le menate delle mie amiche teenager, buuuuuu

Elisa ha detto...

Cat, ognuno è anormale a modo suo :)

Martc...non penso che tu sia l'unica pigafettiana ad innamorarsi di un filosofo defunto!ahahahahah :D

 
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