lunedì 27 giugno 2011

Never trust a pretty girl with an ugly secret ovvero su come non posso più fare a meno di Pretty Little Liars.


L’estate è la stagione delle vacanze ed è per questo che generalmente quando accendiamo la televisione in Italia troviamo una marea di repliche. Negli Stati Uniti durante la stagione calda vengono proposte quelle serie che non hanno trovato spazio nella programmazione invernale.
L’anno scorso la Abc family ha risollevato i nostri spiriti annoiati con un piccolo gioiellino di trashiume che si chiama Pretty little liars. PLL, come lo chiameremo d’ora in poi, tratto dall’omonima serie di libri scritta da Sara Shepard è un mix tra giallo e teen drama.
Le protagoniste sono quattro ragazze: Hanna, Aria, Spencer e Emily. Il gruppo di amiche si scioglie quando la loro leader, Alison, scompare misteriosamente. Un anno dopo, dopo la scoperta del corpo dell’adolescente, le quattro cominciano a ricevere strani messaggi da una fonte anonima che si firma A. e minaccia di rivelare i segreti di cui solo Alison era a conoscenza. Le giovani hanno non poco da nascondere: Aria ha una relazione con il suo professore, Hanna va in giro a negozi a rubare, Spencer ruba tutti i fidanzati alla sorella maggiore e Emily che non è nuova alle relazioni saffiche.
Tutto questo è ambientato in un universo dove il più grande gesto d’amore che si può fare per una ragazza è tagliarsi i capelli e nel quale se si hanno due ciuffi rosa si è considerati alternativi e disapprovati dalla brava gente del posto. Ovviamente in un a città del genere una ragazza si può chiamare Mona, organizzare un camp Mona per il suo compleanno e rendere felici molti ragazzi.
Durante l’arco della storia si susseguono colpi di scena a non finire e i metodi di A. per spaventare e manipolare le fanciulle crescono di creatività e originalità di puntata in puntata. Ma la cose più trash dell’intera serie è sicuramente la fotografia curata da Dana Gonzales, il Duccio Patanè americano. Per chi non fosse familiare con il lavoro di questo grandissimo fotografo, spieghiamo cosa vuol dire: luci aperte al massimo, flashback in cui il colore predominante è il giallastro, scena piatta insomma una fotografia alla “cazzo di cane”.
Ma nel minestrone di trash che è c’è un tema che non viene trattato superficialmente: la sessualità femminile.
Innanzitutto parliamo del mio personaggio preferito: Hanna. La ragazza con un passato da “sfigata” è riuscita a conquistare la vetta della piramide sociale scolastica. Per questo motivo il suo ragazzo è il classico campione sportivo. Classico per modo di dire, perché al contrario di tutti i normali adolescenti vuole aspettare il matrimonio per concedersi alla sua amante.
Al contrario la mia beniamina vuole consumare la sacra unione subito e quasi “stupra” il suo ragazzo. Finalmente una serie dove non è la donna che si fa problemi per la prima volta, ma l'uomo. Però il motivo per cui stimo tantissimo questa ragazza è che ha abbastanza rispetto per se stessa per portare con sé un preservativo. Anche più avanti nella serie, quando finalmente arriverà la sospirata prima volta, Hanna si dimostra intelligente e chiede al suo compagno se ha un preservativo.
Un’altra faccia della sessualità al femminile viene esplorata tramite Emily, anche lei fidanzata con uno sportivo della scuola. Fin dall’inizio si nota il suo disagio nelle situazioni d’intimità con il ragazzo. Quando una nuova giovinetta si trasferisce nel vicinato (nota trash: la tipa interpreta adolescenti da ormai 15 anni, la potete trovare anche in my so-called life, Dawson’s creek e Buffy), Emily intraprende con lei quella che non è solo una semplice amicizia. Dopo un lungo periodo di confusione, Emily riesce ad accettarsi e a fare coming out ai suoi genitori. Più in là nella storia la nostra protagonista, grazie alla sicurezza ritrovata, riuscirà ad essere d’aiuto a un’altra ragazza che si trova nella stessa situazione.
Questa storyline è particolarmente importante perchè in essa non solo si affronta l'omosessualità in modo molto onesto, ma si racconta anche l'omosessualità vissuta dalle minoranze.

La sigla è in sintonia con lo stile della serie, anche qui immagini smarmellatissime in cui le quattro ragazze preparano quella che è il cadavere-bambola di Alison. La canzone è scritta e interpretata dal duo folk The pierces e si intitola Secret. Parla, non a caso, di segreti da portare nella tomba.

2 commenti:

corsageacarreaux ha detto...

Ma la mamma di Aria è Piper di "Streghe"! Che nostalgia rivederla in video :)

sofia guiotto ha detto...

eh già! peccato che in questa serie faccia una pessima figura! :/

 
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